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Riscontro Accoglienza 4 Maggio 2020 – videochat

La sessione in videochat per l’accoglienza mensile di ieri lunedì 4 Maggio 2020, è stata molto partecipata: c’erano in compresenza 22 persone, così tante che lo spazio delle due ore (dalle 21 alle 23) non è bastato per poter ascoltare tutti.

Riportiamo alcune storie emerse e le problematiche che ci hanno sottoposto.

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P.

E’ una mamma separata. Racconta la sua storia con i due figli disabili e difficoltà nel poterli vedere e gestire. La sua richiesta è quella di sapere se per la Comunità (dove uno dei figli risiede) in tempo di emergenza Covid-19 vale ancora la chiusura agli incontri con i figli. Non riesce a parlare con nessuno e vorrebbe andare a salutare il figlio. Le dicono che la comunità sarebbe chiusa ma non ne ha certezza.
Un nostro membro del direttivo si prende l’impegno di sentire la Comunità stessa e comunicarlo a P.

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R.

E’ un papà separato con una figlia di 2 anni, non sposato.
Va via di casa quando il figlio ha un anno a gennaio 2019 per evitare i conflitti con la compagna: dopo due mesi era già dai carabinieri perché non riesce a vederla. Non vede la figlia da gennaio fino a giugno 2019, fino alla prima udienza di Tribunale.
La madre del minore chiede un affido esclusivo del minore, ma il giudice in presidenziale a Milano gli permette di avere la figlia per 13 notti al mese.
Per la questione economica ci racconta che appena dopo la prima udienza la madre ha fatto in modo di farsi licenziare, in modo da poter chiedere un maggiore assegno di mantenimento, che  è cospicuo (750 euro mensili + 50% spese straordinarie). Inoltre la casa di sua proprietà viene assegnata alla madre.

Il tema economico è quello prevalente al momento, dato che per i rapporti con la figlia gli spazi sono quasi paritetici tra i genitori. La domanda che pone è se l’assegno di mantenimento è congruo, se il comportamento furbo della madre non sia in qualche modo da riscontrarsi da parte dei giudici.

Risponde il nostro avvocato presente in chat, precisando che la legge indica in 5 punti la misura del mantenimento del minore, ma questi punti spesso e volentieri sono disattesi. E che la volontà di non assumersi responsabilità economiche nei confronti del minore da parte della madre è un atteggiamento tipico in questi casi, anche se dovrebbe essere sottolineato e sanzionato eventualmente dai Giudici stessi, ma con poche speranze che sia fatto.

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L.

E’ un papà separato dal 2017 quando il figlio aveva 2 anni e mezzo.

Con la madre del minore ha fatto un accordo consensuale a maggio 2019, per 300€ di mantenimento mensili. L’accordo però non contempla la situazione degli immobili per cui li trova oberato della metà del mutuo della casa coniugale (dove ha il 50% di proprietà) e dell’intero mutuo del monolocale in cui risiede al momento.
Chiede se sia possibile chiedere l’acquisto del 50% della casa coniugale da parte della madre in modo che poi possa disporre di qualche risorsa per acquistare con mutuo un appartamento più adeguato e confortevole alle esigenze del figlio.
Gli viene suggerito di individuare un avvocato per portare avanti un discorso del genere che non è facile perché la mamma non ne avrebbe particolare convenienza.
Dato che non ha ancora un avvocato per questa cosa, gli si consiglia di poter presentare il suo avere dei colloqui (gratuito il primo) con uno o più avvocati indicati sul sito web dell’associazione.

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L.

È un papà separato. È in definizione di un accordo con l’ex compagna per la gestione di due figlie di 5 e 10 anni. Ha alle spalle un tentativo di mediazione fallito.

Dato che è stato sottoposto a diversi episodi di violenza da parte della madre, documentati e documentabili, che inizialmente ha voluto lasciar perdere, chiede come e se adesso, dopo che in questo periodo ha raccolto materiali con un serrato lavoro riguardo questi accadimenti, può portarli all’interno della procedura di separazione/accordo mentre è in attesa della convocazione del Giudice.

L’avvocato presente risponde che è sempre possibile, va valutata da un legale esperto e che deve anche essere essere valutata la consistenza delle prove documentate da un punto di vista prettamente giuridico.

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V.

È un papà separato. Chiede di sapere se per i figli minorenni è consentito alla madre portarli lontana dalla residenza. Dice di aver avuto voce che non potrebbe oltre i 60 km.

Risponde il nostro avvocato presente in videochat, che chiarisce che gli spostamenti occasionali (week-end, vacanza) sono sempre possibili dove vuole il genitore presso cui è in quel momento il minore. E che sarebbe cosa buona e giusta che venga comunicato al genitore lontano dove il minore pernotti (indirizzo). Che se si tratta di vacanze del minore senza l’altro genitore, questa è una questione educativa e dunque deve esserci un accordo tra i genitori o una decisione del tribunale.
Per quanto riguarda invece lo spostamento di residenza, questo deve essere fatta in accordo oppure tramite un Giudice.